sabato 25 dicembre 2010

di bombe e reazioni

All’indomani dell’attentato esplosivo presso l’ambasciata svizzera di Roma, in una nota diramata alla stampa Micheline Calmy-Rey, Consigliera federale responsabile del dipartimento degli affari esteri, ha dichiarato la simpatia del governo per il portinaio dell’ambasciata ferito gravemente dall’esplosione del pacco bomba e ha condannato l’attentato, definendolo un atto odioso e imperdonabile. Ha inoltre fatto sapere che il governo svizzero è in contatto con quello italiano per essere tenuto al corrente delle indagini.
Questo è quanto. Questa è la reazione del nostro governo di fronte ad un atto grave, “odioso e imperdonabile”.

Domanda: se questo attentato, con un ferito grave, fosse capitato nella rappresentanza diplomatica italiana a Ginevra o a Berna che sarebbe successo?
Risposta: un gran casino. I politici italiani non avrebbero di certo avuto reazioni così pacate.

Quando mai i politici italiani hanno dimostrato pacatezza o perlomeno “correttezza diplomatica” nei confronti del nostro paese? In questi ultimi tempi mai. Anche loro, come i politici di altri paesi (Germania Francia, Stati Uniti) non hanno avuto la minima esitazione a scagliarsi contro le nostre istituzioni e i nostri valori con minacce ed insulti a cui i nostri politici hanno reagito con il solito atteggiamento apatico, remissivo, rispettoso per non offendere i governi di questi paesi.

Forse che il ministro italiano Giulio Tremonti aveva mostrato un simile tatto diplomatico quando aveva dichiarato di voler scardinare il nostro sistema fiscale e il nostro più che legittimo segreto bancario? Quando ci aveva definiti tutti dei mafiosi ed aveva espresso disappunto perché molti paesi dell’Unione europea stipulavano accordi bilaterali con noi, “violando così le norme della direttiva europea in materia di tassazione dei redditi da risparmio”? No, non aveva avuto alcun tatto diplomatico.
Si era eretto sui suoi tacchi da ministro e ci aveva sparato addosso accuse a raffica, incurante di cosa avrebbe pensato il governo elvetico. Poi, ancora non contento, ci aveva schiaffati in una lista nera, malgrado questo fosse in netto conflitto con gli accordi esistenti fra Svizzera ed Ocse.

Stiamo ancora in Italia e passiamo a un altro personaggio che in materia di tatto diplomatico avrebbe molto da imparare. Il ministro degli esteri Franco Frattini.
Certo, ieri dopo l’attentato all’ambasciata Frattini ha avuto parole di sostegno e di simpatia per la Svizzera ma aveva dimostrato un qualsiasi riguardo diplomatico quando – mesi fa – aveva ordinato al governo di Berna di togliere il divieto d’entrata nello Spazio Schengen ad un centinaio di alte personalità libiche fra le quali anche il clan Gheddafi al completo? La risposta è no.
Il divieto, ci ricordiamo, era stato decretato dai nostri Consiglieri federali per l’ingiustificata presa in ostaggio da parte del governo libico di due cittadini svizzeri, Max Göldi e Rachid Hamdani. Vedendo traballare l’amicizia fra Roma e il dittatore libico Muammar Gheddafi, il ministro Frattini aveva tuonato contro Berna e aveva minacciato l’ira del diavolo se il divieto non fosse subito stato levato.

Ecco, questi sono un paio di esempi per ricordare come veniamo trattati e considerati in Europa: alla stregua di un bel nulla. Veniamo fatti girare al ritmo dettato da altre nazioni che si fanno forti soprattutto perché i loro governi e i loro politici hanno quella faccia di tolla e quella supponenza verbale che invece ai nostri governanti fanno difetto.

L’ambasciata svizzera a Roma è stata vittima di un attentato da parte degli anarchici italiani. Va bene, non è stata l’unica ad essere colpita. Va bene, non ha senso incolpare il governo italiano. Va bene tutto. Ma era un’occasione per farci sentire, anche magari esagerando i toni sdegnati, tanto per rialzare la testa e far vedere che anche noi sappiamo reagire con forza quando siamo minacciati. Invece no. Tristemente invece no.

http://www.ticinolive.ch/focus/italia-nazione-pericolosa-e-inaffidabile-da-lista-nera-2971.html