I Democratici Svizzeri (DS) stanno valutando la possibilità di uno scioglimento del partito dopo la non rielezione del loro unico consigliere nazionale e presidente Bernhard Hess (BE). "Potrei immaginarmi che la nostra formazione si trasformi in un movimento patriottico attivo con iniziative e referendum", ha detto lo stesso Hess oggi alla radio svizzerotedesca DRS, confermando un'informazione in tal senso apparsa sulla stampa.Fondati nel 1961 con il nome di "Azione Nazionale", i DS sono stati il primo partito che nel dopoguerra si è occupato del presunto inforestierimento del paese, registrando i propri maggiori successi negli anni Settanta all'epoca delle iniziative antistraniere di James Schwarzenbach.Dopo aver cambiato, nel 1990, la propria denominazione in "Democratici Svizzeri", hanno subito una sempre più forte concorrenza dell'UDC, che si è "impossessata" della politica degli stranieri. Di conseguenza hanno cercato di liberarsi dell'immagine di partito monotematico, combattendo per una politica d'asilo e della droga più restrittiva, contro "la svendita della patria" nonché contro l'adesione allo Spazio economico europeo e alle Nazioni Unite. I DS hanno pure affrontato temi ambientali.Nonostante il fatto che il partito si sia distanziato da correnti di pensiero di estrema destra, in diverse occasioni singoli rappresentanti hanno suscitato scalpore a causa di affermazioni ostili agli stranieri o antisemitiche. Prima delle ultime elezioni nazionali, vi sono stati alcuni scandali e dissidi interni che hanno accelerato il declino.
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